DIGITAL PRODUCT PASSPORT – Upgrade per aziende consapevoli

BOSAZ | Studio Legale, si pone come punto di riferimento per la consulenza legale, studio e approfondimento di tutte le tematiche/trend innovativi in ambito IT, digital.

“Con un punto di osservazione curioso e intuitivo che ci permette di anticipare i bisogni innovativi delle aziende nel processo di trasformazione ed implementazione, ci affianchiamo a queste creando team disciplinare, apportando la parte giuridico/normativa in un dialogo costante e comune con le risorse IT”.

 

Proprio da questo nostro modo personale di lavorare e dal confronto sul campo con le aziende, è nata l’idea del Workshop “Digital Product Passport – Upgrade per aziende consapevoli – Una Road Map strategica, regolamentare, tecnico-operativa per non temere la normativa europea ed adeguarti con vantaggio”.

L’economia circolare si basa principalmente sulla conservazione del valore nell’economia e sempre più spesso il valore dei prodotti è legato ai dati che essi contengono o generano.

La perdita di questi dati implica una perdita di valore per le aziende e per l’economia in generale, consumatori e autorità meno informati, processi meno efficienti lungo il ciclo di vita del prodotto, perdita di funzionalità per i consumatori e impatti ambientali negativi dovuti alla sostituzione prematura. Questo ha portato molti settori industriali ad applicare nuove tecnologie per migliorare la tracciabilità e la trasparenza dei loro prodotti ed è stato di spunto per la nuova normativa introdotta dall’Unione Europea.

Gli obiettivi principali del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili (ESPR), entrato in vigore in data 18 luglio 2024, sono quelli di ridurre l’impatto ambientale negativo dei prodotti durante il ciclo di vita e di migliorare il funzionamento del mercato europeo interno. Tali obiettivi mirano a risolvere i problemi e le rispettive cause analizzati nella valutazione d’impatto, esigenza dovuta alla presenza nel mercato interno di prodotti che generano impatti negativi sull’ambiente.

Il Regolamento contribuisce, inoltre, al rafforzamento degli obiettivi di politica industriale dell’UE volti a stimolare l’offerta e la domanda di beni sostenibili, realizzare una produzione sostenibile e garantire condizioni di parità per i prodotti venduti sul mercato interno. Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 71 del Regolamento, la normativa sarà obbligatoria in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri dell’Unione.

Il sistema DPP può essere definito come l’insieme di norme e protocolli IT per garantire la completa interoperabilità dei passaporti digitali dei prodotti che renderanno accessibili ai consumatori tutte le informazioni e i dati sui prodotti stessi.
Il DPP, infatti consentirà ai consumatori di accedere ad informazioni pertinenti e verificate sulle caratteristiche dei prodotti che possiedono o che stanno considerando di acquistare/utilizzare e quindi di prendere decisioni più informate, consapevoli e sostenibili,consentendo di migliorare le possibilità di riuso, riciclo, rivendita dei prodotti, le operazioni di manutenzione, riparazione e la loro conformità ai requisiti di qualità di legge.

Una tale definizione sposta il focus dalla costruzione di un singolo e “personale” passaporto digitale di iniziativa privata, verso un corretto approccio di costruzione e compilazione del DPP base – standard a livello europeo, sul quale applicare successivamente correttivi e customizzazioni in sottosezioni non obbligatorie – come da indicazioni degli emendamenti alla proposta ESPR – per ciascuna azienda, brand e soprattutto prodotto.

 

La legislazione, le strategie e le iniziative dell’UE appartengano a quattro diverse categorie:

1) Gestione dati
2) Circolarità
3) Gestione dei rifiuti
4) Politiche sui prodotti sostenibili e pianificazione ecologica

Dietro alle 4 categorie troviamo il rispetto di standard internazionali condivisi, in via di implementazione , LCA, LCT, ISO, Product Environmental Footprint, la Due Diligence Directive UE è volta a imporre alle imprese una gestione responsabile dell’impatto ambientale e sociale lungo l’intera supply chain per arrivare a sviluppare un’economia più sostenibile e più corretta, nei confronti dell’ambiente e delle persone, la Direttiva per il Report di sostenibilità e altro ancora.

 

Per tener conto della natura e del mercato del prodotto, le informazioni da includere nel passaporto dovrebbero essere attentamente esaminate caso per caso in sede di definizione delle regole per ciascun prodotto esaminando:

  1. Requisiti generali
  2. ID di prodotto e identificatori univoci
  3. Requisiti funzionali
  4. Modalità di accesso ai dati
  5. Granularità e need to know
  6. Disponibilità dei dati a lungo termine
  7. Autenticazione, affidabilità ed integrità dei dati
  8. Dati statici e dati dinamici
  9. Dati della catena di fornitura, raccolta dai fornitori e subfornitori
  10. Informazioni di prodotto Track & trace e Attributi
  11. Certificazioni
  12. Elaborazione, archiviazione e condivisione dei dati
  13. Uso di tecnologie DLT
  14. Sovrapponibilità con AGEC e manifesto ambientale di prodotto e Codice Ambientale
  15. Armonizzazione con altri regolamenti e direttive europee sulla sostenibilità e Supply Chain

 

In una tale ottica il Passaporto digitale dei prodotti (DPP), così concepito, potrebbe portare ad una azienda numerosi vantaggi, oltre a quelli prevedibili a favore del consumatore e nel rapporto con il consumatore, ma soprattutto in termini di governance della propria filiera, ovvero essere capaci di tracciare il ciclo di vita del prorpio prodotto.